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Letteratura medica, case farmaceutiche e autori fantasma

Di Riccardo De Gobbi.

Una singolare coincidenza che dovrebbe far riflettere; la eccezionale prolificità scientifica di alcuni diabetologi.

Tra le varie indagini pubblicate dal British Medical Journal ce n’è una particolarmente interessante. È stata effettuata da ricercatori olandesi ed inglesi ed è specificatamente dedicata ai lavori scientifici sui farmaci ipoglicemizzanti pubblicati sulle riviste internazionali dal gennaio 1993 al dicembre 2013.
È noto che la ricerca sul diabete negli ultimi anni ci ha offerto nuovi efficaci farmaci (glitazoni, glinidi ,inibitori delle dipeptidil-peptidasi-4 (DPP-4i), analoghi del glucagon-like peptide-1 (GLP-1 a), nuove formulazioni di insulina umana ricombinante ecc.). I dati forniti dagli studi di registrazione sono indiscutibilmente molto interessanti: la statistica medica e l’epidemiologia insegnano tuttavia che non sempre la utilizzazione su decine o centinaia di migliaia di pazienti non selezionati riproduce gli stessi risultati ottenuti sulle poche centinaia di pazienti selezionati negli studi che hanno permesso la registrazione del farmaco.
È quindi sensato valutare, come diligentemente effettuato dagli autori dell’articolo citato, se la sorprendente proliferazione degli studi sui nuovi farmaci ipoglicemizzanti rifletta l’eccezionalità dei prodotti ed il conseguente comprensibile interesse della comunità scientifica per questi nuovi farmaci, o se pure altri fattori abbiano influenzato questa inattesa rigogliosa fioritura.
Gli autori hanno selezionato da PubMed tutti gli studi clinici controllati e randomizzati (RCT ) relativi a farmaci ipoglicemizzanti pubblicati dalle 1/1/ 93 al 31/ 12/ 2013 ritrovando 3.872 articoli di 13.592 autori ; hanno poi identificato mediante Pub ReMiner i 110 autori più prolifici che avevano partecipato a 1.227 trial, pari al 32, 4 per cento del totale, con una mediana di 20 articoli per autore.
Tra questi 110 autori i nostri ricercatori hanno selezionato i top 11, che avevano firmato 397 articoli, pari al 10, 5 per cento del totale, con una mediana di 42 articoli per autore (range 36-77). I 991 articoli pubblicati dai 110 autori più prolifici furono quindi esaminati sotto il profilo delle sponsorizzazioni e dei conflitti di interesse: i dati erano disponibili solo in 704 articoli: solo 42 di essi, ovvero il 6% erano dichiaratamente indipendenti da conflitti di interesse.
Da questa analisi, basata solo sulle dichiarazioni spontanee riportate negli articoli pubblicati emergono dati sorprendenti. Nel gruppo dei 110 autori più prolifici ben 48 erano dipendenti o comunque retribuiti da una azienda farmaceutica; prendendo in esame le 991 ricerche da essi effettuate, ben 906 erano dichiaratamente sponsorizzate. Ma il dato più preoccupante è che in 439 dei 991 studi clinici ovvero nel 44% dei casi è dichiarata la medical writing assistance sottoforma di “ghost authorship” e di “honorary autorship” il che significa che il vero autore non compare e
che ricercatori o cattedrattici di fama firmano per lui gli articoli pubblicati.

Conclusioni
I nostri ricercatori, esaminati i dati della ricerca, concludono esprimendo viva preoccupazione in merito ai risultati della indagine: infatti senza alcuna illazione, ma basandosi solo ed esclusivamente su quanto pubblicato e dichiarato, emerge che una quota significativa ovvero il 32,4% di tutti gli studi clinici controllati sugli ipoglicemizzanti nell’ultimo ventennio è stata effettuata da pochi autori, il 44% dei quali ha un rapporto dipendenza con le aziende farmaceutiche e più del 50% dei rimanenti hanno comunque con le aziende un rapporto di stretta
collaborazione. Non si può dunque non condividere la viva preoccupazione dei nostri ricercatori sulla Indipendenza, la correttezza e la affidabilità della ricerca in questo delicato settore.
Da parte nostra possiamo aggiungere due ulteriori considerazioni: la prima è che in Europa vi sono ancora ricercatori onesti che hanno il coraggio di denunciare verità dolorose e scomode, la seconda è che vogliamo sperare che ve ne siano anche in Italia.